3 approcci per essere felici nel proprio lavoro
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“Quando otterrò una promozione sarò felice”.
“Quando raggiungerò il mio target di vendite mi sentirò appagato”.
Ma avrete notato che, poiché il successo è un bersaglio mobile, appena si raggiunge un obiettivo si alza subito l’asticella insieme con le aspettative. Dunque, la felicità strettamente legata al successo è per definizione effimera e pericolosa.
Nella mia esperienza decennale di manager in una importante realtà istituzionale del nostro Paese, avevo appena raggiunto un risultato agognato da tempo per il quale avevo anche ricevuto un encomio pubblico e scritto. Il mio livello di felicità era alle stelle ma era strettamente connesso al risultato raggiunto e quindi è stato facile andare in frantumi quando il Direttore Generale nel giorno stesso dell’encomio mi sussurrò alle orecchie “Ed ora che cosa ti inventerai per stupirmi ancora?”.
Lì capii finalmente quanto detto sopra: “La felicità che deriva dal successo è effimera”. Come uscire da questa illusione? Vediamo un po’.
In un saggio pubblicato nel volume “Happiness e Mindfulness” coordinato dalla Harvard Business Rewiew e scritto da Swan Achor – CEO di Good Think e autore di “The Happiness Advantage” – suggerisce tre specifici approcci con cui le persone possono nella propria realtà lavorativa coltivare il proprio benessere e mettersi sulla via del successo.
Prima di scoprire i tre consigli, l’autore del saggio definisce il concetto di “ vantaggio della felicità”.
“Chi mantiene un approccio mentale positivo opera più efficacemente di fronte alle difficoltà. Quando la disposizione mentale è positiva, tutti gli aspetti del business mostrano dei miglioramenti.”
A corredo di questa tesi, i ricercatori Sonja Lyubomirsky, Laura King ed Ed Diener hanno rilevato una causalità diretta tra soddisfazione esistenziale e successo economico.
La metà analisi ha riportato dei dati significativi: i dipendenti felici hanno, in media, una produttività maggiore del 31% e le loro vendite sono superiori del 37% e la loro creatività è tripla.
Tornando ad Achor ed al suo saggio, lo stesso afferma che “un altro diffuso equivoco è che la felicità dipenda dal nostro assetto genetico, dal nostro ambiente o da una combinazione delle due cose. Certo, entrambi i fattori hanno il loro peso. Ma il senso generale di benessere di una persona è sorprendentemente malleabile. Le abitudini che coltiviamo, il modi che interagiamo con i colleghi, ciò che pensiamo dello stress sono tutti aspetti che si possono gestire per aumentare la propria felicità e le probabilità di successo.”
Ma quali sono, nello specifico i tre consigli per avere stabilità e felicità nella sfera professionale?
1.SVILUPPARE NUOVE ABITUDINI
Abituare il cervello a mantenere un atteggiamento positivo e quindi energico ed efficace non è molto diverso dall’esercitare i muscoli in palestra.
In una specifica ricerca svolta da Achor con i tax manager della KPMG di New York e del New Jersey per capire su come aiutarli a diventare più felici e quindi più efficaci nell’esercizio delle loro attività, l’autore suggeriva 5 nuove abitudini sulle quali esercitarsi.
- Mettere per iscritto tre cose di cui si sentivano gratificati
- Scrivere un messaggio positivo a un componente del proprio network di supporto sociale
- Meditare alla scrivania per due minuti
- Fare esercizio fisico per 10 minuti
- Dedicare due minuti ad annotare in un diario, l’esperienza più significativa delle ultime 24 ore
I tax manager hanno svolto l’attività prescelta tutti i giorni per tre settimane. I risultati emersi dalla ricerca, indicano che il punteggio medio dei partecipanti sulla scala di soddisfazione esistenziale è passato dal 22,96 su una scala di 35 punti prima della sessione formativa a 27,23 quattro mesi dopo, con un incremento significativo del 18,6%.
2.AIUTARE I COLLEGHI
Secondo l’autore del saggio, delle cinque attività descritte in precedenza, la più efficace potrebbe essere interagire positivamente con i componenti del network di supporto sociale.
In un mio recente intervento per gli studenti di magistratura del Corso Metodo Magistrato, in un passaggio del mio intervento anche io accendo i riflettori sulla importanza di fare newtork che vale sempre a qualsiasi livello : Non tenete segreto il vostro stato d’animo soprattutto alla vostra famiglia e a coloro che vi sono vicini. Più siete riservati, più difficile sarà per chiunque assistervi. Vivete il momento, tenetevi occupati. Non isolatevi. Guardatevi intorno. Quante altre persone conoscete che si sono trovate in questa situazione? Parlate con loro, condividete le vostre sensazioni. Concedetevi il tempo di rimettere in sesto voi stessi e la vostra strategia di comunicazione in modo tale che, quando uscirà la data di esame sarete più preparati ed efficaci ma soprattutto più consapevoli ed adulti.
In riferimento proprio alla importanza della funzione sociale, Arch in uno studio condotto insieme a Phil Stone e Tal Ben-Shahar, su 1648 studenti di Harvard, ha scoperto che il supporto sociale è l’indicatore più attendibile di felicità nelle fasi di stress elevato.
Nello specifico, dalla ricerca è emerso che aiutare i colleghi, darsi da fare per gli altri, invitare i colleghi a pranzo e organizzare le attività ricreative dell’ufficio non avevano solo il decuplo delle probabilità di essere coinvolti nel lavoro rispetto ai colleghi che stavano per conto loro: avevano anche il 40% in più di probabilità di ottenere una promozione.
3.MODIFICARE IL PROPRIO RAPPORTO CON LO STRESS
Lo stress è un altro fattore primario per la felicità lavorativa. Nella mia esperienza da business coach quando parlo e dialogo con le Aziende, noto che le stesse richiedono interventi di formazione tesi a ridurre lo stress, focalizzandosi però solo sugli aspetti negativi del problema.
È importante, invece, tener presente che lo stress ha una valenza positiva. In un mio intervento sulla gestione dello stress, ho sottolineato che “ la riduzione dello stress non può essere considerato un obiettivo ma un percorso che si può decidere o meno di sperimentare. Se si decide di farlo, l’importante sarà avere un metodo da applicare con sistematicità e convinzione. Tim Gallwey, fondatore del coaching ha riassunto il suo messaggio sul tema con questa equazione: PRESTAZIONE=POTENZIALE-INTERFERENZE.
Per poter aumentare la prestazione, è necessario aumentare il proprio potenziale e ridurre al minimo le interferenze che possono essere di due tipi.
- Interferenze esterne: tutte le interferenze che dipendono dall’ambiente circostante, sulle quali hai lo 0% del controllo. Proprio perché scaturite da eventi indipendenti dalla tua volontà (data esame non uscita) non puoi controllare le interferenze esterne; puoi tuttavia influenzarle, e comunque modificare il tuo modo di reagire ad esse.
- Interferenze interne: sono quelle che dipendono unicamente da Te, e su cui, dunque, ha il 100% del controllo. Tutte le interferenze interne sono nella tua testa, e generalmente sono ciò che fa la vera differenza tra un obiettivo mancato e un risultato raggiunto. Controllando le interferenze interne, ovvero l’atteggiamento mentale e l’attitudine alle relazioni, è possibile minimizzarle per ottenere performance più alte e risultati migliori.
Come valorizzo questo secondo passo nella situazione di vita che mi genera ansia?
1.Mettete a fuoco!!! Focalizzate l’attenzione sul momento presente, l’unico nel quale potete vivere.
In questo momento siete in una situazione di stress. Siete indaffarati a raggiungere il futuro che il presente è ridotto ad un mezzo per arrivare la. Lo stress che vivete è causato non dalla realtà ma dalla vostra interpretazione della realtà….
Questo provoca una spaccatura in voi che in questo momento siete in una situazione di stress che vi pone in una dimensione interiore molto frastagliata e governata dalla paura, frustrazione ed ansia.
2. Realizzate profondamente che il momento presente è tutto quello che avete!!!! Fate dell’adesso il punto focale della vostra vita. Dite sempre si al momento presente.
3.Accetta quello che non puoi controllare (interferenza esterne) e controlla quello che è nelle tue possibilità (interferenza interna : la tua stabilità interiore aumenta e lo stress diminuisce fortemente. Di no alle cose che ti distraggono dall’obiettivo”)
Tornando ad Achor, lo stesso propone un esercizio specifico per la gestione dello stress: lo stress è un elemento inevitabile del lavoro. La prossima volta che vi sentirete stressati, provate a fare questo esercizio: elencate i fattori di stress a cui siete sottoposti. Poi divideteli in due gruppi. Quelli che potete controllare (come un progetto che vi è stato affidato) e quelli che non potete controllare (come l’andamento del mercato azionario e dei prezzi immobiliari). Scegliete un fattore di stress che potete controllare e definite una azione concreta, anche modesta, che potete intraprendere per ridurlo. In questo modo potete portare il vostro cervello ad un atteggiamento positivo e produttivo”.
In conclusione conclude Achor, diventando più felici accrescerete le vostre probabilità di successo. Sviluppare nuove abitudini, prendervi cura dei vostri colleghi e adottare un atteggiamento positivo nei confronti dello stress sono ottimi punti di partenza.
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