La ricerca della felicità
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Da dove parte la ricerca della felicita? Da dove partono le cose belle, sane e di spessore?
Molti dicono che viviamo in una società gassosa. Io dico che viviamo in una società liquida, dove si è perso il centro delle cose e si vive ai margini di se stessi, spettatori inconsapevoli della propria esistenza, senza cura. Vivere la vita al minimo, senza spingere mai, senza osare. Sarebbe bello il contrario: entrare nelle cose, farle bene e, di cosa in cosa riuscita bene, ritrovare il gusto di farle.
Un aspetto che impatta sulle dinamiche del coaching nasce dalla Self Determination Theory (SDT, 1985,2000).
In gergo, la SDT afferma che la felicità di un essere umano è collegata a tre bisogni – o tendenze psicologiche – che, se soddisfatte, portano al benessere; se contrastate, conducono al malessere. Quali sono questi bisogni?
- Il bisogno di stare insieme agli altri (area della relazionalità).
Nel capolavoro cinematografico di Sean Penn “Into the wild” il protagonista del film, oramai sul punto di morte, scrive sul legno “La felicità è reale solo se condivisa”. Ed è proprio così: l’uomo è un essere relazionale, non può stare da solo. Ha bisogno di prendersi cura e di essere curato, ma anche di provare rabbia e risentimento. - Il bisogno di sentirsi competente (area della competenza).
L’essere umano vuole essere efficace nell’ambiente in cui vive per avere un ruolo, per essere riconosciuto. Conoscere le cose, l’esperienza, il sentirsi capaci e abili, il senso di adeguatezza e di importanza sono caratteristiche ed aspetti imprescindibili dal senso di realizzazione dell’individuo. - Il bisogno di autonomia (area dell’autonomia). Ovvero la volontà e lo spirito di iniziativa, il sentirsi autonomi. Le scelte di un individuo spingono verso questa postura interiore: tutte le sue azioni e decisioni devono essere autodeterminate.
Per un coach, la conoscenza di questi bisogni è decisiva perché è qui che si nascondono i desideri e le speranze del coachee. Nel coaching, infatti, possiamo trovarci a lavorare su coachee il cui obiettivo personale rientra in una – o più – di queste aree di realizzazione.
Ciascuno di noi ha la tensione innata a soddisfare i tre bisogni della SDT e, le sessioni di coaching possono essere un luogo esclusivo, sperimentale e privilegiato, dove in presa diretta si percorre insieme il tragitto verso la soddisfazione delle tre aree di autorealizzazione.
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