Le domande nel coaching
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Tra gli strumenti che il coach ha a disposizione nell’esercizio efficace del suo lavoro le domande rivestono un ruolo fondamentale. Sono infatti le domande, piuttosto che le istruzioni o i consigli, a generare al meglio la presa di coscienza e la responsabilità del cliente (coachee).
In questo articolo, prenderemo in rassegna gli elementi principali che caratterizzano questo meraviglioso strumento che ogni coach serio e preparato ha a disposizione, senza mai dimenticare l’importanza della relazione facilitante e dell’ascolto curioso ed attivo.
Nel coaching, grazie all’ascolto attivo e alla preparazione del coach, il coachee viene accompagnato – tramite l’utilizzo delle domande – ad acquisire uno sguardo nuovo e consapevole sui pensieri e sulle situazioni che affronta, sostenuto nel miglioramento delle sue prestazioni o nella risoluzione dei suoi problemi, incoraggiato nell’evoluzione personale verso la propria eccellenza ed il proprio benessere.
L’essenza del coaching
Nel libro “L’essenza del coaching” si fa riferimento ad un concetto di Gregory Bateson, sociologo e antropologo inglese: “Che cosa si guadagna confrontando i dati raccolti da un occhio con quelli raccolti da un altro occhio? L’immagine binoculare, che aggiunge alla visione un’ulteriore dimensione: la profondità”.
Come sappiamo il coach non è un consulente con attitudini e posture da sofista e non è neanche un formatore. Il suo ruolo non è quello di offrire al coachee soluzioni di facile portata, studiate su misura per la singola persona. Il coach attiva processi di consapevolezza e conoscenza di se e delle proprie potenzialità, per vivere una vita e la realtà in modo più funzionale, costruttivo ed autorealizzante.
Nel coaching, le domande più efficaci per aumentare la presa di coscienza e di responsabilità cominciano con parole volte a cercare di quantificare, qualificare o raccogliere dati. Nello specifico, l’utilizzo delle domande è orientato principalmente a:
- raccolta di dati ed informazioni;
- riflessione ed acquisizione di consapevolezza;
- attivazione di nuovi punti di vista e stimolazione del pensiero creativo;
- supporto ed accompagnamento nell’apprendimento;
- gestione “tecnica” della delega.
Le competenze chiave del coaching
La Coach Federation (ICF) inquadra 11 competenze chiave del coaching.
Tra le più importanti, la sesta competenza, definizione di domanda potente quale capacità di porre domande che portano alla superficie le informazioni necessarie per beneficiare al massimo la relazione di coaching ed il cliente.
Le domande efficaci promuovono pensiero proattivo e concentrato, attenzione e osservazione; toccano i punti nodali andando dritte al cuore delle questioni essenziali. Obiettivo è quello di restituire pienezza e concretezza guardando alla dimensione interiore del coachee, alla sua unicità.
Il coach deve essere, per sua natura ed inclinazione, curioso di conoscere o imparare qualcosa. Un ottimo modo per farlo è porre domande. Per portare a riflettere, aiutare a crescere.
Il coaching pone l’interlocutore in questa dinamica, con il compito di accompagnare il coachee in un viaggio dinamico verso la dimensione più adulta della sua sfera interiore perché è proprio lì che si incontra la verità più profonda su sé stessi, insieme alla chiave per entrare nella vita vera.
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